L’insufficienza venosa è un’alterazione della circolazione degli arti inferiori dovuta principalmente ad un difetto della chiusura delle valvole delle vene, che non riescono ad impedire che il sangue ritorni verso il basso quando si è in posizione eretta invece di essere spinto regolarmente verso il cuore.
Ciò determina formicolii, senso di pesantezza, gonfiore, dolore e talora anche ulcere specie nella zona attorno alla caviglia.
Il disturbo è particolarmente comune ed affligge un numero sempre crescente di persone; in particolare ne è colpito il sesso femminile e le persone di età compresa tra i 40 e 60 anni.
I fattori di rischio principali sono:
- Predisposizione genetica (familiarità);
- Cambiamenti ormonali (menopausa, gravidanza);
- Precedenti episodi di trombosi delle vene profonde;
- Lavori che richiedono la posizione eretta a lungo o in ambienti con temperature elevate;
- Attività sportive o professionali in cui vengono effettuati sollevamenti di pesi o comunque;
- Sforzi che provocano contrazione dei muscoli dell’addome;
- Obesità grave.
La procedura d’esame comprende due fasi non invasive. Una prima fase consiste in un test da sforzo, chiamato test “punta di piedi” o test “della pompa muscolare” nel corso del quale la pompa muscolare nella parte inferiore delle gambe è attivata per svuotare le vene. Una seconda fase prevede l’applicazione di due sensori fotometrici che, attraverso la luce Infrarossa, forniscono informazioni relative al volume del sangue.
Nonostante venga esaminato il sangue in prossimità della superficie delle gambe si è in grado di fornire informazioni relative all’intero sistema venoso in quanto le vene della pelle sono strettamente collegate alle vene profonde.