La felicità è salute

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L’epidemiologia è la scienza che studia le cause determinanti della salute negli individui e nelle popolazioni. Nell’ottocento essa si concentrò sulle malattie infettive, che erano allora la prima causa di morte. L’evidenza prodotta dagli epidemiologi generò il “movimento sanitario” che si batteva per il miglioramento delle condizioni igieniche della popolazione. Nacquero così, nei quartieri poveri delle città, le reti fognarie, la raccolta dei rifiuti, i bagni pubblici, migliori abitazioni. Questi quartieri cominciarono a perdere il loro aspetto dickensiano e la vita media, fino ad allora molto breve, si allungò sostanzialmente.

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Quando, nel corso del Novecento le infezioni smisero di essere la prima causa di malattia e morte, passando il testimone alle patologie cardiovascolari e ai tumori, gli epidemiologi individuarono la via al miglioramento della salute nell’incoraggiare stili di vita sani che evitassero i fattori di rischio. Il mantra dell’epidemiologo divenne: evitare il fumo, l’alcool, le diete grasse, la sedentarietà ecc…

La terza fase dell’epidemiologia ha cominciato a prendere vita nella seconda metà del Novecento, quando l’attenzione si è spostata su altri fattori di rischio, quelli detti psicosociali. Si è scoperto che

la felicità influisce direttamente sulla salute

e la longevità e che il pessimismo, la percezione di non controllare la propria vita, lo stress, i sentimenti di ostilità e di aggressione verso gli altri sono fattori di rischio molto rilevanti.

Recentemente è stato dimostrato che le cattive relazioni sociali agiscono sul sistema immunitario stimolandolo rapidamente a produrre sostanze infiammatorie che a loro volta favoriscono la comparsa di molte malattie.

Le persone che avevano sperimentato relazioni negative avevano livelli più alti di sostanze infiammatorie rispetto a quelli che avevano vissuto situazioni positive nel rapporto con gli altri.

Insomma, ogni singolo evento stressante sembra toglierci un pezzetto di salute.

Dott.ssa Emanuela Gerola